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The Next Revolution

Aggiornamento: 19 ott 2018

Anarchism meets and clashes with the sciences for the next ontological  and epistemological Revolution


Facciamo un veloce excursus attraverso chi si è occupato dei rapporti fra scienza ed anarchia.


Incominciamo da Pietro Kropotkin...

"Benché l’anarchia, in ciò simile a tutte le correnti rivoluzionarie, sia nata in seno al popolo, nel tumulto della lotta e non nello studio di un pensatore, è però utile capire dove si colloca fra le diverse correnti del pensiero scientifico e filosofico contemporaneo. Come si pone di fronte a queste diverse correnti? A quale fa riferimento di preferenza? Quale metodo di ricerca adopera per avallare le sue conclusioni? In altre parole, a quale scuola di filosofia del diritto appartiene l’anarchia? Con quale corrente della scienza moderna presenta le maggiori affinità?
L’anarchia è una concezione dell’universo basata su un’interpretazione cinetica dei fenomeni che abbraccia tutta la natura, ivi compresa la vita delle società. Il suo metodo è quello delle scienze naturali, e in base a questo metodo ogni conclusione scientifica dev’essere verificata. La sua tendenza è di fondare una filosofia di sintesi, che includa tutti i fatti della natura, compresa la vita delle società umane e i loro problemi economici, politici e morali..." Pietro Kropotkin "La Scienza Moderna e l'Anarchia" (1901)​

... passando ovviamente per Murray Bookchin ...

Questa scienza (l'ecologia sociale ndr) s'occupa delle relazioni sociali e naturali in seno a comunità o "ecosistemi". Nel concepire uomo e natura "olisticamente", vale a dire in termini di interdipendenza reciproca, l'ecologia sociale cerca di districare le forme e i modelli di correlazioni che rendono intellegibile una comunità naturale o sociale. L'"olismo", in questo senso, è il risultato di uno sforzo cosciente di comprendere come si dispongono i particolari di una comunità, come avviene con la sua "geometria" (come avrebbero detto i greci) faccia si che il "tutto è più della somma delle parti". Il mutualismo, l'auto-organizzazione, la libertà e la soggettività -- sottese dai principi ecologici di unità nella diversità, di spontaneità, di relazioni non-gerarchiche -- sono perciò fini in sé. A parte le responsabilità ecologiche che questi fini attribuiscono alla nostra specie in quanto voce autoriflessiva della natura, essi letteralmente ci definiscono. La natura non esiste per il nostro uso, essa semplicemente legittima ecologicamente noi e la nostra unicità. Come il concetto di "essere", questi principi dell'ecologia sociale non hanno bisogno di spiegazioni, solo di verifiche. Sono elementi di una ontologia etica, non regole di un gioco che possono essere cambiate per adeguarsi alle esigenze personali. Murray Bookchin L'Ecologia della Libertà (1980)

.. sfiorando Paul Karl Feyerabend,

per arrivare però al nocciolo del problema e cioè, come enunciato, ma non completamente risolto, da Bookchin:

L'anarchismo nell'era dell'antropocene

The Next Revolution

Who? What? Where? When? Why?


La sensibilità non-gerarchica. Le dinamiche interpersonali e politiche hanno il compito di verificare, “work in progress”, che i movimenti collettivi e le persone che li compongono, si affranchino dal “retaggio del dominio” e sviluppino effettivamente una pratica libertaria, autogestionaria, anti-gerarchica e inclusiva. Questo problema però è fortemente intrecciato con il mondo reale che è totalmente organizzato, messo in forma, dal Capitalismo, dallo Stato, dal Mercato, dalle Religioni, dal Patriarcato, e infine dalla Scienza e dalla Tecnologia; in sé queste ultime due componenti non sono intrinsecamente negative, ma di fatto sono asservite al sistema del dominio stesso per il quale rappresentano attualmente il supporto più importante, a livello planetario.


Riordinare il mondo reale. E’ necessario quindi un insieme di conoscenze teorico-pratiche in grado di sovrastare e scardinare il sistema scientifico-tecnocratico esistente. Oggi come oggi non è sufficiente “l’appropriazione dei mezzi di produzione” ma è necessaria “l’appropriazione - e trasformazione - delle conoscenze”. Di fronte alla crisi climatica è di fondamentale importanza il problema della sostenibilità società-biosfera. Ovviamente anche il capitalismo è di fronte al “global warming” ma non vuole né può farsene carico, anche se dall’interno di una parte delle sue accademie e istituzioni il problema viene sollevato, ma oramai la tendenza egemone è quella del “denialism”.


“E' l'ora dell'attacco alla scienza", (lo dicevamo nel 2001). Questo attacco però deve essere scientifico altrimenti non è neanche in grado di fare il solletico al sistema del dominio. Il passaggio cruciale è quello di sviluppare un linguaggio universale, legato alla concretezza dei problemi drammatici che abbiamo di fronte, in grado di fornire soluzioni adattabili alle più svariate situazioni bioregionali, geopolitiche, linguistiche, etniche e culturali.

Qui lanceremo la sfida, contro la scienza accademica, individuando nell'anarchismo la base ideologica più coerente per lo sviluppo di una effettiva Scienza della Sostenibilità .


E' possibile questo progetto?


La destrutturazione della gerarchia , dello sfruttamento capitalistico, del dominio dell'uomo sull'uomo, sulla donna e sulla natura in generale, deve avvenire su basi ontologiche per stabilire l'oggettività dei problemi (per es. la lotta contro il negazionismo climatico, contro il razzismo in tutte le sue forme, la denuncia dell’impossibilità della crescita infinita in un pianeta finito ...) e su basi espistemologiche (per es. la lotta contro il riduzionismo scientifico, contro le epistemologie del dominio, contro il sessismo, lo specismo e le forme mentali gerarchiche inter e intra specifiche.. ) in pratica anche per dotarsi della toolbox, degli strumenti necessari per agire in una società complessa.


E’ necessaria una narrazione evolutiva e costruttiva che sostituisca la spazzatura ideologica e culturale sedimentata nei secoli e codificata nelle istituzioni e nella socio-cultura dei sistemi di potere, nell’informazione dominante, compresa l’informazione pseudo-alternativa che infesta il web.


Quale scienza? Svilupperemo un' ontologia realista contro le attuali tendenze strumentaliste e metafisiche della scienza moderna e una epistemologia anarchica, su basi evolutivo- cosmologiche ed eco-biologiche, per fare della conoscenza della vita, della mente umana, degli ecosistemi, della termodinamica, ... la base di una nuova strategia globale contro il sistema del dominio.


Lo chiameremo Progetto per l'Ecologia Sociale: con l'anarchismo, oltre l’anarchismo, completare l'evoluzione per evitare l’autodistruzione.


Questo progetto valorizzerà il meglio dell'anarchismo umanista e dell'anarchismo scientifico, tenendo conto che comunque tutto il pensiero occidentale è sempre bloccato dal problema delle "due culture" (quella umanistica e quella scientifica appunto) e anche su questo l'anarchismo, andando oltre se stesso, può fornire una via d'uscita universale per tutte le culture, per liberarle dal “retaggio del dominio”.


Oggi, le aspirazioni di Kropotkin, coraggiosamente propugnate oltre un secolo fa, sono realizzabili

"La sua tendenza (dell’anarchismo) è di fondare una filosofia di sintesi, che includa tutti i fatti della natura, compresa la vita delle società umane e i loro problemi economici, politici e morali".

La filosofia di sintesi, può poggiare solo sulle fondamenta etiche dell’anarchismo, la costruzione del suo edificio richiede un percorso impegnativo dal punto di vista dell'ontologia e dell’epistemologia, ma oggi ci sono le conoscenze per portare a realizzazione queste aspirazioni.

Si tratta di un cammino che dovrebbe, simmetricamente, portare all'anarchismo anche coloro che si occupano onestamente di ricerca scientifica, che si sentono a disagio nella scienza asservita al potere economico e militare, nelle gabbie del riduzionismo e che tendono alla trans-disciplinarietà, cioè appunto, alla filosofia di sintesi, ma che non hanno le conoscenze e la lucidità per fare questa svolta; prospettiva, questa, forse poco probabile, ma una porta aperta in tal senso va comunque lasciata.

Fornire una narrazione completa ed organica su come può funzionare un "Pianeta Verde" (e senza bisogno di fantasy cinematografiche), peraltro affrontando anche la complessità enorme dal punto di vista etno-geo-politico che effettivamente caratterizza il Pianeta Terra, è la vera prossima Rivoluzione, necessaria e possibile, in questa fase storica, il resto è sostanzialmente una perdita di tempo, con l'aggravante che di tempo oramai ce n'è poco.


Questa nuova sintesi purtroppo è rimasta incompleta nell'elaborazione di Murray Bookchin perché al di là dei grandi meriti che gli vanno riconosciuti, esso non si è cimentato fino in fondo nella sfida contro la scienza dominante, contro le "scienze dure", per esempio ha lasciato quasi completamente da parte la termodinamica ( storicamente depotenziata dalle sue idee originali , in quanto pericolosa per l'economia capitalista e dissipativa) e il ruolo della matematica, che non può essere solo stigmatizzato (vedi algoritmi web, big data, armi di distruzione matematica ...), ma va affrontato entrando nel merito, per lo sviluppo di una didattica ecologica della matematica stessa.


Nell’era dell’antropocene è necessario rivisitare

i nostri standard teorici e la nostra prassi


L'anarchismo deve integrarsi con l'essenza stessa della vita sul Pianeta in quanto “voce autoriflessiva della natura” e, quindi, prodotto autocosciente dell'evoluzione naturale.


La Lotta di Classe, resta una caratteristica fondante dell’anarchismo, ma il suo progetto deve oggi essere rivolto anche alla riarmonizzazione del rapporto società-natura e quindi sviluppare una drastica critica all’economia capitalista e al sistema produttivo-industriale in quanto tale.


L’Autogestione non può essere solo una pratica minoritaria e di nicchia e la sua generalizzazione è un passaggio tutt'altro che banale e oggi richiede un effettivo salto di qualità che si scontra con problemi da troppo tempo ignorati e/o sottovalutati dal movimento anarchico in generale. L’Autogestione Generalizzata della Società, è stata certamente da sempre propugnata dall’anarchismo inteso come movimento politico, ma oggi va riformulata in chiave ecologica e di sostenibilità economica e strutturale in una situazione nella quale avanzano problematiche devastanti delle quali bisogna quanto prima prendere consapevolezza.


Un nuovo educazionismo. Ci può essere quindi un grande disegno di didattica alternativa, di autoistruzione, indirizzato alla scuola e all'intera società post-scolarizzata, tenendo peraltro ben presente che l'anarchismo è l'unico approccio teorico in grado di superare la persistente dicotomia fra le "due culture" o, se si vuole, più in generale, per realizzare l'unità nella diversità, fra le molte culture.


Il Confederalismo Democratico delle popolazioni Curde in lotta nella Rojava, è un buon esempio di questa sintesi politica e teorica visto che, per scelta esplicita, di Ocalan peraltro si basa sull'ecologia sociale di Murray Bookchin.


Il piano operativo sarà quello di costruire in maniera esplicita questo programma ed è anche qui che si capisce quale può e deve essere la svolta epocale dell'anarchismo stesso, in quanto non al servizio di una sua specifica causa, non semplicemente a supporto di uno stile di vita che si accontenta di marcare le differenze fra se stesso e il Potere che combatte, senza mai sperare di abbatterlo veramente, ma caricato di un valore universale per l'intera Umanità, per l'intero Pianeta Terra, per tutte le sue forme di vita evoluta ed anche per i suoi cicli vitali bio- geo-chimici, con il chiaro obiettivo che “il Potere deve essere abolito”, idea certamente non nuova, che però ora può essere chiaramente delineata non solo come possibile, ma anche come necessaria.

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