top of page
  • Immagine del redattoreEcologia Sociale

LA RISULTANTE Il cambiamento climatico in una prospettiva di genere

Articolo pubblicato sul n. 127 di Germinal - giornale anarchico e libertario - maggio 2018

Il Cambiamento Climatico (CC) c'è e si vede. Il CC è una risultante del riscaldamento globale dovuto ad eccessiva concentrazione di CO2 per l'uso di combustibili fossili, all'incremento di altri gas ad effetto serra come metano e ossido di diazoto (derivante principalmente dal settore agricolo) e poi c'è la deforestazione che riduce la capacità di assorbimento e stoccaggio naturale della CO2. Tutte cose ed attività di origine antropica cioè dovuto all'attività degli uomini. Poi ci sono anche i negazionisti, quelli che dicono che il CC è naturale; ovviamente legati alle lobby energetiche fondate sull'uso degli idrocarburi e del carbone; alla Trump, per capirci, oppure quelli che dallo scioglimento dei ghiacci ne traggono beneficio economico come la Russia o la Cina che con la nuova “via della seta” punta al saccheggio delle risorse nascoste sotto i ghiacci ormai squagliati, e poi ci sono quelli che svarionano; un esempio per tutti: l'oncologo del CRO di Aviano Tirelli secondo cui stare più al caldo fa bene alla salute e gli eventuali colpi di calore si risolvono con una maggiore refrigerazione (1). In ogni caso, alluvioni e siccità, fenomeni metereologici estremi sempre più frequenti sono sotto gli occhi di tutt*, perfino dell'ARPA regionale che in marzo ha presentato lo studio conoscitivo sull'impatto dei CC in Friuli VG onde predisporre una strategia di adattamento ed azioni di mitigazione. Come a dire: il danno è fatto, adattiamoci al meglio ed io speriamo che me la cavo. Ragionare sul danno, oltre che sulla mitigazione però non guasterebbe. Il CC si è di fatto originato da un modello di sviluppo proprio dei paesi maggiormente industrializzati cioè ricchi ma ne risentono di più i paesi poveri; inoltre il CC è la conseguenza di un pensiero tecnico-scientifico costruito su fondamenta patriarcali ed in quanto tale pesa di più sulle donne. Qualche tempo fa, primo caso in Italia, il tribunale de l'Aquila ha riconosciuto il diritto di asilo ad un cittadino bengalese per motivi ambientali, aveva perso i terreni agricoli a causa di un'alluvione. Nel 2016 si sono registrati oltre 24 milioni di nuovi sfollati ambientali; nonostante molt* siano più preoccupati dal terrorismo, la probabilità di morire a causa del CC è statisticamente 20mila volte maggiore che perire a causa di un attentato (2); questo è e sarà il secolo dei profughi ambientali (3); e, come suggeriva uno studio pubblicato sui PNAS (4) c'è anche una correlazione diretta fra la guerra civile in Siria e la lunga siccità che ha colpito il paese sul quale poi si sono gettati gli avvoltoi che conosciamo ad incrementare la guerra che sappiamo. Le prossime guerre saranno per l'acqua e di questo non ci stupiremo. Fra gli “sfollati dello sviluppo”, le donne sono le più colpite. Nelle siccità perchè sono loro a sobbarcarsi il lavoro sempre più arduo di procurare l'acqua per la famiglia, nell'aumento di temperatura e quindi di malattie sono loro a sobbarcarsi il lavoro di cura dei famigliari, sono loro a rischiare di più in caso di gravidanze ed in caso di alluvioni sono le più impedite a mettersi in salvo perchè portano i figli piccoli in braccio, per gli abiti ingombranti in certe culture od anche per il non saper nuotare; infine nelle situazioni precarie e disperate sono le più vulnerabili alle violenze sessuali. Ma poi c'è anche un altro aspetto tanto fondamentale quanto taciuto: il CC renderà impossibile sostenere il carico della popolazione planetaria in condizioni decenti per tutt*. E poiché la riproduzione della specie passa ancora attraverso le donne, sui loro corpi, come sempre, si scontrano ideologie, politiche, strategie e prospettive che, a seconda dei casi e dei regimi, sono più o meno castranti, buoniste, permissive o restrittive. Sottoposte a sterilizzazioni forzate, a suo tempo programmate per il figlio unico, spinte alla natalità nei paesi ricchi ed alla denatalità in quelli poveri... per i calcoli demografici fatti dai politici, la donna è sempre soggetto passivo. Il problema è che il sistema del quale stiamo parlando, che noi definiamo patriarcale, si è sempre retto sulla “costruzione” della donna come soggetto passivo. E se ripercorriamo la storia della conoscenza e quindi della scienza, è lo stesso atteggiamento mantenuto nei confronti della natura: sfruttabile e passiva. Il CC invece, come risultante delle azioni compiute nella logica di questo atteggiamento, evidenzia retroazioni catastrofiche, equilibri rotti, ritorni rovinosi. Lo scioglimento dei ghiacci, l'innalzamento dei mari, la perdita irreversibile di specie, sostanzialmente la distruzione del substrato della vita, dicono che c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato. Perciò, che senso ha la mitigazione se non collegata all'eradicazione di un pensiero malsano fondato sull'idea di crescita infinita; di sfruttamento di terre e popoli e più di tutti di donne? Mitigare e rivoluzionare. Non possiamo non menzionare, e lo facciamo ad ogni occasione, la rivoluzione delle donne e delle combattenti kurde che nell'ambito dell'ecologia sociale, con la messa a punto del pensiero della Jineology (5) hanno colto questo bisogno di cambio di paradigma, di prospettiva, di progressione verso il futuro. Le donne in questo caso hanno preso in mano le redini del loro futuro, si sono autodeterminate, diciamo noi, facendolo hanno anche proposto, ed attuato, un sistema migliore per tutt*. E noi? Noi sappiamo che non esiste un sistema migliore se non comprende l'autodeterminazione delle donne. Che cosa questo significhi, va valutato e discusso costantemente, ed il CC per la sua ovvia pervasività, per le condizioni ambientali in cui viviamo ci obbliga a sviluppare il pensiero anche dentro la sua stringente attualità. Demografia e riproduzione, per esempio, andrebbero valutate fuori dalle pressioni politico-istituzionali (che per noi, a differenza che per le donne dei paesi poveri, corrispondono all'invito a figliare): l'accesso ai contraccettivi, quali, in quali condizioni, in quale contesto; dentro o fuori la politica dei consultori; per non parlare dell'accesso all'aborto, della riproduzione assistita, delle tecnologie riproduttive, della gravidanza per altri.... E poi, visto che anche nei paesi del “benessere” siamo ancora noi, nella maggior parte dei casi, a fare la spesa, e, -per forza o per amore-, a sobbarcarci il lavoro di cura; ad essere, -come alcun* alla stregua di Cazzullo amano dire-: multitasking, resilienti, capaci di fare molte cose assieme tra le quali ovviamente “sacrificarci”; in virtù di tutte queste belle cose, ci dicono che erediteremo la terra(6). Ci chiediamo perchè mai dovremmo accettare questa eredità di merda. Cazzullo è un giornalista che ama raccontarsela; è come se intendesse che il patriarcato ha fallito perchè nel tentativo di dominare ha perso lasciando emergere soggetti migliori e più adatti. Ma non è così, e anche se fosse, il patriarcato non dichiarerà il suo fallimento, non porterà i suoi libri al tribunale della storia, né lo farà il sistema tecnoscientifico e del pari quello sociopolitico economico finanziario che ad esso si accoppia; continueranno così con gli stessi principi generando gli stessi disastri; su questo pianeta ed anche altrove. Avete letto di Elon Musk, l'imprenditore che ha talmente tanti soldi da non poterli spendere in un'unica vita che in febbraio ha lanciato verso Marte il suo super razzo con dentro una automobile Tesla Roadster rossa fiammante?.. a Red Car for the Red Planet (7). Simboli di un immaginario maschile che ricordano i saloni delle auto con donne in minishorts che si strusciano sulla carrozzeria. A proposito di rosso e macchine invece, ci vengono in mente le Rote Zora, gruppo femminista tedesco che negli anni 70-80 bruciavano le auto degli speculatori urbani della nascente gentrificazione e dei medici che compivano esperimenti di sterilizzazione sulle donne povere degli Usa, sulle indigene dell'America Latina, sulle turche della RFT o le portoricane dei paesi colonia degli Usa (8). Azioni dirette animate da un principio lineare. Ora però, se non vogliamo essere le salvatrici invocate opportunisticamente dal Cazzullo di turno chiamate ad occuparci del suo pianeta stracotto, dovremmo saper guardare alla complessità che ci si presenta davanti; il nostro pensiero non può più essere lineare; deve seguire e studiare la complessità delle relazioni, delle retroazioni, delle leggi fisiche e biologiche della natura; dopotutto il clima è un fenomeno emergente ed il suo cambiamento anche ed i soggetti che vogliono essere autonomi ed autodeterminati non sono più le “costruzioni culturali” utili al rattoppo ed al mantenimento delle relazioni gerarchiche e di dominio. Mitigare è meglio che inasprire, ridurre l'impronta ecologica è doveroso verso tutt*, verso tutte le specie e verso il futuro tanto quanto lo è la liberazione di tutti i soggetti, o dei generi, affinchè la risultante possa essere una possibilità di esistenza migliore di questa climatologicamente catastrofica, umanamente vergognosa.... e poi se Elon Musk e quelli come lui vanno su Marte, magari insieme con i fascisti, ci fanno pure un favore.

27 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page