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12 dicembre: Strage di Stato 15 dicembre: Pinelli Assassinato

Immagine del redattore: Ecologia SocialeEcologia Sociale

Aggiornamento: 16 dic 2019


50 anni dopo, ricordare la Strage di Piazza Fontana e l'assassinio di Giuseppe Pinelli, buttato giù dal quarto piano della questura di Milano, non può essere solo un fatto retorico, commemorativo, di semplice memoria storica, ma deve essere un evento di sostanza politica, durante il quale, oltre che a ricordare la verità dei fatti, bisogna trarre le necessarie conclusioni storico-politiche, cosa che è ovviamente impossibile da fare con un ex magistrato, anche se si chiama Felice Casson, (Cervignano del Friuli al Teatro Pasolini 12 dicembre) il quale dovrebbe quanto meno dire che Pinelli è stato assassinato dai questurini "Quella sera a Milano era caldo, ma che caldo che caldo faceva, brigadiere apri un pò la finestra, una spinta e Pinelli va giù"..

Ovviamente dobbiamo anche trarre le necessarie conclusione in termini di attualità politica nel senso che il revival delle più svariate forme di nazi-fascismo, dal partito nazionasocialista scoperto di recente, al docente nazista dell'università di Siena, da Casapound a Forza Nuova, dal fascismo classico dell'ex MSI, ora Fratelli d'Italia, di Giorgia Meloni (classe 1977), al fascio-leghismo di Salvini (classe 1972), sono tutte conseguenze della impossibilità di un reale antifascismo da parte delle istituzioni statali, di una Repubblica che, anche se è nata dalla Resistenza, non è mai stata in grado di impedire il risorgere del fascismo e, anzi, con la legge 92 del 30 marzo 2004, sull'istituzione della giornata del ricordo per le foibe, lo ha di fatto sdoganato e favorito, dando a tutto il fascistume italiota, uno strumento formidabile di propaganda e provocazione permanente. Equiparare le foibe ai campi di concentramento nazisti è un'aberrazione compatibile solo con un'ideologia fascista. Il fascismo in Italia non è mai stato completamente abbattuto e fra poco si ripresenterà a governare, in forme non smaccatamente visibili, ma tatticamente differenziate a seconda delle situazioni da affrontare. Certo che Giorgia Meloni ha già in testa un bel programma di revisionismo storico-ideologico e sta sbavando per poterlo realizzare. Salvini, dal canto suo, si occuperà delle leggi razziali, e i fascisti tout court, con il braccio teso e la camicia nera, non avranno più alcuna difficoltà ad esibire, nella maniera più provocatoria, la loro essenza e soprattutto la loro natura squadrista.

Quindi, porre la questione dell'antifascismo militante, chiarendone innazitutto i presupposti teorici ed ideologici, è un fatto essenziale che i militanti storici e i nuovi attivisti devono affrontare in maniera lucida e concreta.

https://www.youtube.com/watch?v=Vx4iPJdehVg Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva,

"Brigadiere, apri un po' la finestra!", una spinta ... e Pinelli va giú.

"Sor questore, io gliel'ho giá detto, le ripeto che sono innocente,

anarchia non vuol dire bombe, ma uguaglianza nella libertá".

"Poche storie, confessa, Pinelli, il tuo amico Valpreda ha parlato,

lui é l'autore di questo attentato ed il complice certo sei tu".

"Impossibile!", grida Pinelli, "Un compagno non puó averlo fatto

e l'autore di questo delitto fra i padroni bisogna cercar".

"Stai attento, indiziato Pinelli, questa stanza é giá piena di fumo,

se tu insisti, apriam la finestra, quattro piani son duri da far".

C'e' una bara e tremila compagni, stringevamo le nostre bandiere,

quella sera l'abbiamo giurato, non finisce di certo cosí.

E tu Guida, e tu Calabresi, se un compagno é stato ammazzato,

per coprire una strage di Stato, questa lotta piú dura sará.

Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva,

"Brigadiere, apri un po' la finestra!", una spinta ... e Pinelli va giú.




Nella notte fra il 15 e il 16 dicembre 1969 dal quarto piano della Questura di Milano viene scaraventato giù il compagno anarchico Giuseppe (Pino) Pinelli nato nel 1928. Sua moglie Licia, della stessa classe, è ancora viva e lucida all'età di 91 anni. Ieri 14 dicembre a Milano è stata fatta una catena musicale in ricordo di Pinelli. Scorrendo lo sviluppo (vedi video yuotube) si arriva al punto in cui viene cantata la "Ballata del Pinelli" ma attenti ce ne sono molte versioni e anch'io ero incappato in un enigma perchè essendo anche un musicista dilettante, i conti (inizialmente, musicalmente parlando) non mi tornavano. Infatti in queste ultime settimane mi ero rimesso a riprovare con la chitarra la canzone e ci provavo su due accordi maggiori: il I grado e il V grado di una scala, per esempio in Do maggiore e Sol 7. Poi cercando qua è là, testo ed accordi, mi sono imbattuto in una melodia un pò diversa, peraltro anche quella in qualche modo a me nota, che infatti mi confondeva le idee, cioè diciamo una versione in tonalità minore per esempio La-, Re- e Mi7, un giro di accordi ben noto in molte canzoni di De Andrè oppure se volete sono anche gli accordi base di Bella Ciao. Poi casualmente sono finito in un sito di vecchio stile (in html) nel quale c'è un file mp3 che riporta un intervista di 25 anni fa, nella quale parlano direttamente i compagni che hanno ideato la "Ballata del Pinelli". Erano compagni di Mantova, del Circolo Gaetano Bresci e l'hanno fatta di getto, dopo il rientro dal funerale di Pinelli, svoltosi a Milano il 20 dicembre 1969. La ballata originaria è in tonalità maggiore sulla melodia tradizionale del "feroce monarchico Bava". L'intervista al compagno di Mantova è interessantissima e stabilisce che il testo originario parlava di "nere bandiere" (cioè le storiche bandiere anarchiche) e non di "nostre bandiere" come nella maggior parte delle versioni in uso, questo è un fatto fondamentale, anche perchè i "tremila compagni" erano praticamente tutt* anarchici/che, poichè la sinistra stava ancora ad interrogarsi di chi fosse opera la strage. Quindi ho acquisito anch'io questo elemento nella mia conoscenza delle cose. Quello che mi stupisce è che nella catena musicale per Pinelli, di ieri a Milano, si sia cantata la versione 1) in La- (e fin qua, va beh, può anche essere, ma in realtà neanche questo è corretto) e 2) quello che è peggio che nel testo si dice le "nostre bandiere" e non "le nere bandiere" e questo errore, fatto in una manifestazione specifica, dedicata al ricordo di Pinelli, non credo che vada bene per niente. Ma va fatta una considerazione ulteriore, cioè siccome quella canzone, 50 anni fa, fu il primo atto di controinformazione sull'assassinio di Pinelli e si cantava ovunque, credo che questa cosa dimostri che la difficoltà di conservare in maniera esatta la memoria storica è un fatto veramente delicato.

Un confronto fra le due versioni della Ballata del Pinelli



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