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  • Immagine del redattoreEcologia Sociale

Entropia; anno 2001

Aggiornamento: 14 ott 2018

qui l'ipertesto originario http://web.archive.org/web/20160913125306/http://www.ecologiasociale.org/pg/entropia.html

Per parlare con la natura dobbiamo usare in primo luogo il linguaggio della termodinamica altrimenti sarà un dialogo fra sordi anzi una vera e propria imposizione delle nostre scelte folli ad una natura che non può contrastarci ma che nel tempo reagirà in maniera violenta.
 Quel tempo è già iniziato.
 La realtà più concreta che si può associare al concetto di entropia è costituita dall'inquinamento nelle sue varie forme e in particolar modo quello, allo stesso tempo più tragico, banale e diffuso, che consiste nella iper-produzione di anidride carbonica (CO2) con le conseguenze dell'aumento dell' effetto serra e del "riscaldamento globale".
 Le responsabilità della scienza sullo stato di salute del pianeta terra sono enormi.

Alla base c'è proprio una questione di fondo di carattere epistemologico e cioè il fatto di aver alimentato una immagine del funzionamento della natura basata sulla reversibilità dei fenomeni.
La natura è stata chiusa in una gabbia meccanicista (e neo-meccanicista) per poter essere controllata e sfruttatta meglio, in corrispondenza ed omogeneità alla logica di dominio sociale.


Il concetto di entropia nasce casualmente nella seconda metà del 1800, nella termodinamica classica, ma la sua forza normativa è stata esorcizzata attraverso una definizione di carattere talmente generale da diventare fine a se stessa e non più di natura fisica ma metafisica: l'entropia dell'universo cresce sempre.
Eppure lo stesso Clausius, che ha coniato il termine entropia (1865), si era espresso in maniera molto chiara sul problema dell'energia e delle risorse, così scriveva nel 1885:
 "Nell'economia di una nazione c'è una legge di validità generale: non bisogna consumare in ciascun periodo più di quanto è stato prodotto nello stesso periodo. Perciò dovremmo consumare tanto combustibile quanto è possibile riprodurre attraverso la crescita degli alberi."


La potenza della mentalità meccanicistica, infiltratasi nella meccanica statistica, e la perversa natura dello sviluppo scientifico per "rivoluzioni / sostituzioni paradigmatiche" hanno impedito al "paradigma entropia" di svilupparsi compiutamente e di trovare il ruolo scientifico e normativo che gli compete.
Oggi il concetto di entropia è addirittura abusato (e ha trovato un efficacissimo impiego proprio nella teoria dell'informazione) ma la sua principale funzione, di radicale critica di tutti i processi energetici e quindi economici e sociali, è ancora totalmente castrata.
La scienza è riuscita ad imbrogliare "le carte" proprio nel momento più delicato della storia: la nascita delle macchine termiche e la rivoluzione industriale. Di questo errore vediamo oggi le conseguenze catastrofiche in termini di inesorabili meccanismi socioeconomici di produzione di "gas serra". Spetta a noi completare questo programma scientifico, che una sinergia storica negativa, dovuta alla grettezza filosofica degli scienziati e al feroce dominio dell'economia, ha castrato sul nascere.
Bisogna porre in tutta la sua radicalità il principio di irreversibilità dei fenomeni fisici, la regola della "freccia del tempo" e le relative conseguenze sul piano energetico, economico e di organizzazione sociale.

Correre per niente...... girare a vuoto…..

Bisogna sottrarsi alla follia della "economia della crescita", ma anche evitare gli equivoci del cosiddetto "sviluppo sostenibile".


Bisogna guardare la natura e la realtà sociale con occhi oggettivamente diversi per far fronte alla impellente necessità di progettare un futuro a "bassa entropia".
 Per questo uno degli scopi principali del nostro sito è di iniziare una vera e propria alfabetizzazione su questi concetti che sono basilari per capire concretamente le questioni ecologiche e individuare la via d'uscita dalla drammatica situazione in cui ci troviamo.


Il giudizio di Einstein sulla termodinamica classica:
" Una teoria è tanto più importante quanto maggiore è la semplicità delle sue premesse, quanto più diversi sono i tipi di cose che correla e quanto più esteso è il campo della sua applicabilità. Di qui, la profonda impressione che ho ricevuto dalla Termodinamica classica. E' la sola teoria fisica di contenuto universale di cui sono convinto che nell'ambito di applicabilità dei suoi concetti di base non verrà mai superata.” Albert Einstein

La freccia del tempo. 
Però anche Enstein (come tutti gli scienziati fino a pochissimo tempo fa....) pensava che il mondo microscopico fosse governato da leggi reversibili, simmetriche rispetto al tempo, che nella sostanza intrinseca della natura non ci fosse quindi nessuna distinzione fra passato, presente e futuro. invece....

Secondo Prigogine:
"Per esempio il fatto che si è costretti a parlare di un universo in evoluzione, perché è l'unico modo per descrivere i fatti che si osservano, è una prova che la direzione del tempo non è una costruzione dell'uomo, ma è insita nella natura. Ed è per questo che non è più possibile fare una distinzione tra tempo fisico e tempo filosofico.

Ma al di la di qualsiasi risultato della scienza recentissima, in campo microscopico (per esempio la non separabilità quantistica), quello che si deve rilevare è che proprio quando la fisica era arrivata al punto di prendere coscienza della importanza cruciale del problema della irreversibilità macroscopica, ecco che le rivoluzioni di inzio '900, in campo quantistico e relativistico, hanno introdotto i nuovi paradigmi convogliando tutte le nuove generazioni di scienziati ad occuparsi di questi nuovi e peraltro affascinanti problemi.

In questo modo la ri-sistemazione della fisica dell'800 secondo un "paradigma calore" non è avvenuta. Così quella che comunque resta la più grande rivoluzione della storia, cioè la rivoluzione industriale (derivante dalle macchine termiche cioè dalla possibilità di trasformare il calore in lavoro meccanico e successivamente in energia elettrica) è passata totalmente inosservata al mondo scientifico. Gli scienziati hanno la responsabilità di non aver saputo minimamente cogliere che l'entropia non era un fatto così metafisico ma un prezzo carissimo che si paga in ogni trasformazione energetica e che ha generato il disastro ecologico e il labirinto in cui oggi ci troviamo.

Dice bene Einstein che la termodinamica classica "...E' la sola teoria fisica di contenuto universale di cui sono convinto che nell'ambito di applicabilità dei suoi concetti di base non verrà mai superata." , il problema è che la termodinamica non è neanche mai stata veramente applicata in quello che sarebbe il suo destino naturale: la politica dell'energia, l'economia, le risorse naturali e il modello di organizzazione sociale. Ciò che nessuno dei fisici ha capito è che la termodinamica è e resterà sempre la fisica della vita reale e in quest'ottica va ristrutturata e divulgata.

Ecco un buon motivo per cui degli scienziati non si deve avere molta fiducia.

Paolo De Toni Luglio 2001

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