top of page
  • Immagine del redattoreEcologia Sociale

La Scienza della Sostenibilità

Aggiornamento: 14 ott 2018

 Che fare?

Se la società sostenibile è costituita, come affermato dal fisico Luigi Sertorio, da "figli della scienza" allora è necessaria la formazione di una nuova categoria di scienziati ed educatori, emancipati dal riduzionismo e dall’educazione paradigmatica, che devono lavorare in maniera collettiva e coordinata in un’organizzazione scientifica appositamente strutturata e finalizzata allo studio della sostenibilitàfra la società e la biosfera e all'educazione della popolazione.

E’ inevitabile che questi scienziati dovranno conoscere molto bene un certo tipo di fisica e da qui sorge la domanda fondamentale: quale fisica per la sostenibilità? Per chiarire facciamo un controesempio: l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), in capo all’ONU, non è in grado di svolgere questo compito ed anzi il suo operato presta il fianco a numerose contestazioni. Occorre molto di piùe, soprattutto, questo tipo futuribile di struttura scientifica deve svilupparsi anche attraverso un’adeguata critica della scienza attuale ed essere aperta al dibattito pubblico. La scienza ha suoi specifici criteri di legittimazione, totalmente interni alla ComunitàScientifica, che in linea di principio vanno rispettati, ma in questo caso, la motivazione per la ricerca, nasce da uno stimolo esterno alla scienza. In quest’ottica deve essere attivata un’interazione dialettica scienza-società che pratichi non solo una divulgazione, ma soprattutto una didattica, la più diffusa possibile, dei principi scientifici su cui andràa basarsi la SdS, poichéil risultato complessivo realizzato deve poi essere ri-trasferito sul piano sociologico. Tutto questo sarà facilmente visto come un’utopia, ma èeffettivamente arrivato il momento storico-epocale, della discesa in campo degli utopisti, che peraltro anche in epoche passate hanno spesso tentato di dare una veste razionale alle loro visioni sociali.

Vediamo un esempio di come si puòenunciare, sempre a livello accademico, un programma abbastanza avanzato per la SdS.

Sustainability science is a new academic discipline emerging in response to threatened sustainability of the global environment. The purpose of this discipline is to help build a sustainable society by developing solutions to climate change, resource exhaustion, ecological destruction, and other environmental crises that threaten humanity. La Scienza della Sostenibilità è una nuova disciplina accademica emergente in risposta alla minacciata sostenibilità dell'ambiente globale. Lo scopo di questa disciplina è di contribuire a costruire una società sostenibile attraverso lo sviluppo di soluzioni al cambiamento climatico, esaurimento delle risorse, distruzione ecologica, e di altre crisi ambientali che minacciano l'umanita.

Sustainability science demands a realignment of existing academic disciplines. Whereas academia has moved inexorably toward fields of in-depth specialization, sustainability science seeks comprehensive, integrated solutions to complex problems. It therefore requires a restructuring of education and research that spans multiple disciplines. La Scienza della Sostenibilità richiede un riallineamento delle attuali discipline  accademiche. Considerando che il mondo accademico si è spostato inesorabilmente verso campi di profonda specializzazione, la Scienza della Sostenibilità si propone soluzioni complete e integrate a problemi complessi. Si richiede quindi una ristrutturazione dell'istruzione e della ricerca che si estende su più discipline.
This volume offers diverse approaches to the development of a transdisciplinary perspective that embraces the natural, social, and human sciences in the quest for a sustainable society. It strives for a global perspective while incorporating the wisdom and experience of societies on the local level. Questo volume offre diversi approcci per lo sviluppo di una prospettiva  transdisciplinare che abbraccia le scienze naturali, sociali e umane nella ricerca di una società sostenibile. Si sforza per una prospettiva globale, mentre incorpora la saggezza e l'esperienza delle società a livello locale.

 

Il punto cruciale: un’epistemologia cosmologico-evoluzionista 

Ora, per approfondire la definizione del mio metodo e della mia proposta, devo propedeuticamente puntualizzare la seguente posizione: anche se la cosmologia purtroppo è già stata pesantemente contaminata dalla MWI (Many World Interpretation cioè la tepria del multiverso), l’intuizione mi suggerisce che la sfida globale al riduzionismo diventa possibile solo riorganizzando la conoscenza e la didattica scientifica proprio su basi cosmiche ed evolutive. Inoltre penso che un tale approccio evoluzionista tout court sia in ottima sintonia con un progetto di scienza integrata della sostenibilità (hanno in comune l’interdisciplinarietà nell’accezione più vasta) che cercherò più avanti di definire in maniera articolata, ma della quale ho già fornito i tratti essenziali.

Si realizza cioè un’ottima sinergia fra l’evoluzionismo cosmologico e una coscienza ecologica scientificamente espressa, al punto che si può sostenere che un approccio di questo genere rappresenta proprio un passo avanti nell’evoluzione cosmologica complessiva. D’altra parte si tratta di un passo in avanti assolutamente necessario pena, al contrario, la regressione culturale e morale della società umana.

An arrow of time can be used to highlight salient features of  cosmic history, from the beginning of the Universe to the  present. Sketched diagonally along the top of this arrow are the major evolutionary phases that have acted, in turn, to yield increasing amounts of order and complexity among all material things. Despite its implication of “time marching on,” the arrow is meant to imply nothing strictly deterministic, nor progressive. Much as for its most celebrated component – neo Darwinism – the twin agents of chance and necessity embed all aspects of the cosmic-evolutionary scenario, whose temporal “arrow” hereby represents a convenient guide to natural history’s many varied changes. Una freccia del tempo può essere utilizzata per mettere in evidenza le caratteristiche salienti della storia cosmica, dall'inizio dell'Universo fino ad oggi. Abbozzate in diagonale lungo la parte superiore di questa freccia ci sono le principali fasi evolutive che hanno agito, a loro volta, per produrre quantità crescenti di ordine e complessità tra tutte le cose materiali. Nonostante la sua implicazione della "marcia sul tempo" la freccia non sta a significare nulla di strettamente deterministico, né progressivo. Proprio come per la sua componente più celebre – il neo-darwinismo - gli agenti gemelli del caso e della necessità incorporano tutti gli aspetti dello scenario cosmico- evolutivo, dei quali la "freccia" temporale con ciò rappresenta una guida conveniente per la storia naturale di molti diversi cambiamenti.

La cosmologia quindi, sembra fornire la base migliore per un approccio interdisciplinare, quindi, per ricostruire la storia naturale, e superare il riduzionismo mi farò guidare proprio dalla freccia cosmologica del tempo. Va da sé che è in ottima sintonia con quest’approccio, anche l’esplicita scelta di assumere l’irreversibilità come caratteristica generale dell’evoluzione naturale. La fisica fondamentale è simmetrica rispetto al tempo, ma la realtà macroscopica è irreversibile e, come dice l’eco-fisico Luigi Sertorio, “l’irreversibilità non deve essere dedotta”.

Inoltre è ovvio che se, nell’ottica riduzionista, la fisica viene considerata la scienza dominante, allora è possibile risolvere il problema della costruzione di una scienza integrata della sostenibilità, solo mettendo la fisica al centro dell’analisi e della critica da svolgere e ciò sia dal punto di vista esterno che da quello interno, alla fisica stessa. Il riduzionismo va affrontato in maniera diretta e solo vincendo questo braccio di ferro epistemologico si può arrivare ad una completa alternativa scientifica. Io credo che questo risultato non sia impossibile da raggiungere.

La strategia usata, per sconfiggere il riduzionismo consiste, schematicamente, di una manovra a “tenaglia”: da un lato, la “Cosmic Evolution” che ci dà il più alto grado di generalizzazione e complessità e, dall’altro, l’ “Exergy Method”, che ci permette di connettere fra loro, gli stadi evolutivi antropomorfi, ecologici ed astrofisici.

In generale si può ricorrere  a un variegato insieme di autori, principalmente fisici, fin che se ne trovano, che hanno espresso contenuti scientifici, filosofici e politici che riguardano in tutto o in parte il tema qui trattato.

Questo spiega anche il continuo ricorso alle citazioni che caratterizzano questo lavoro e che vanno viste come tessere di un mosaico in costruzione. Con questo metodo s’intende quindi mostrare che, utilizzando le conoscenze esistenti, prodotte all’interno della fisica e della scienza ufficiale, senza inventare nulla di basilare, ma solo attraverso scelte epistemologiche appropriate, è possibile costruire una visione scientifica olistica della natura che, se adottata in forma generalizzata, ci dà la possibilità di affrontare realmente il problema della crisi globale del pianeta. Questo tipo di approccio peraltro diventa, di fatto, anche una denuncia della cattiva sensibilità epistemologica (neo-positivismo, strumentalismo, multiverso, “tutto è informazione”, realismo ingenuo, neo-platonismo...) che caratterizza generalmente la Comunità Scientifica.

Qui di seguitoi si può vedere ancora che la “scuola giapponese” addotta proprio un approccio olistico.

Climate change owing to global warming is a paramount concern for society in the twenty-first century, and it is not an issue that can be solved by individual academic or scientific disciplines working in isolation. Because climate change involves a wide range of interlinked problems, solutions must be pursued in an interdisciplinary manner. This book adopts just such a holistic approach in examining various aspects of global warming, and offers readers a comprehensive overview. Il cambiamento climatico a causa del riscaldamento globale è un problema fondamentale per la società del XXI secolo, e non è un problema che può essere risolto dalle singole discipline accademiche o scientifiche che lavorano in isolamento. Poiché il cambiamento climatico coinvolge una vasta gamma di problemi interconnessi, le soluzioni devono essere perseguiti in modo interdisciplinare. Questo libro adotta proprio un tale approccio olistico esaminando vari aspetti del riscaldamento globale, e offre ai lettori una panoramica completa.

First, the mapping of knowledge about global warming is presented as a framework for addressing the issue. This is followed by a discussion of risk in relation to global warming and of the communication of risk between academia and society. Impacts, adaptation strategies, the institution of a low-carbon society and a number of other policy concerns associated with climate change are then reviewed. Because human behaviour is a critical factor in the move towards a low-carbon society, issues involving quality of life are also presented, with an emphasis on philosophy. Finally, the book considers the integration of three scenarios for society—a low-carbon society, a resource-circulating society, and a society in harmony with nature—and presents a comprehensive vision of the future. In primo luogo, la mappatura delle conoscenze sul riscaldamento globale si presenta come un riferimento per affrontare la questione. Questa è seguita da una discussione del rischio in relazione al riscaldamento globale e della comunicazione del rischio tra il mondo accademico e la società. Impatti, strategie di adattamento, l'istituzione di una società a basse emissioni e una serie di problemi politici legati ai cambiamenti climatici sono poi rivisti. Poiché il comportamento umano è un fattore critico per il passaggio verso una società a basse emissioni di carbonio, le questioni che riguardano la qualitàdella vita sono anche presentate, con particolare attenzione alla filosofia. Infine, il libro considera l'integrazione di tre scenari per la società - una società a bassa emissione di carbonio, una società a risorsa-circolante, e una società in armonia con la natura - e presenta una visione globale del futuro.

Le assunzioni generali di tipo sociologico e politico 

A dirla tutta, in via preliminare, bisognerebbe concordare sull’ipotesi di lavoro che la suddetta crisi di sostenibilità effettivamente esista (il dato ontologico). Infatti, non solo nel mondo politico ed economico, ma anche all’interno della scienza, va rilevata la presenza dei cosiddetti negazionisti (si veda p.e., il fisico dell’atmosfera Richard Lindzen negli USA e il chimico-fisico Franco Battaglia in Italia), cioè di coloro i quali negano l’esistenza stessa del problema, nella fattispecie, dei mutamenti climatici di derivazione antropogenica. Tale contraddizione interna alla scienza, non saràignorata, ma il punto di partenza qui adottato e, ovviamente, che la crisi è un problema oggettivo e gravissimo che si manifesteràcon l’impossibilitàdi soddisfare i bisogni primari di molte dei 7 miliardi di persone che già popolano il pianeta; pertanto in quest’ottica, si fanno le seguenti assunzioni di tipo ecologico e sociologico:

  1. siamo di fronte ad una crisi globale della societàumana; una crisi che si può definire di compatibilità fra la società e la biosfera;

  2. per uscire da questa crisi è necessario sfidare la cultura e l’economia dominanti, fondate sulla potenza della specializzazione tecnico-scientifica e sul mito dell’economia della crescita infinita.

  3. questa sfida e, oggi come oggi, ancora impossibile, anche se stanno lentamente maturando le proposte alternative, note come “decrescita felice”, “prosperous way down”, “semplicità volontaria”, “sviluppo sostenibile”, “green economy”, che trattano il problema dell’impatto della società sulla biosfera e tentano di indicare le vie d’uscita, soprattutto per quanto riguarda l’economia ovviamente;

  4. queste alternative però procedono troppo lentamente e, soprattutto, sono strutturalmente deboli in quanto manca loro un know how sufficientemente evoluto, in grado di sostenere l’enorme peso e complessità della sfida globale;

  5. anche chi si occupa attivamente della crisi ecologica è inevitabilmente vittima, spesso inconsapevole, dell’epistemologia riduzionista e questo rende urgente innanzitutto la corretta impostazione del problema. 4.6 Le assunzioni generali di tipo scientifico e filosofico Sono decenni che cerco disperatamente se esistono pensatori che abbiano realizzato una visione generale per affrontare le emergenze epocali delle quali mi sto occupando e che mi stimolano per l’attuale lavoro. Il risultato è negativo, ma, questa ricerca in ogni caso ha prodotto il ritrovamento di molte tessere, con le quali tenterò qui di comporre una bozza di weltangschauung (visione del mondo) nuova e sostanzialmente esaustiva almeno allo scopo di indicare che esiste una via d’uscita dalla drammatica crisi globale in cui l’intera Umanità si trova coinvolta.

La ricerca delle basi teoriche

La teoria più matura per raggiungere questo scopo, secondo me, è, senza dubbio, quella che viene chiamata ecofisica, la quale è nota soprattutto per il lavoro svolto dal fisico Luigi Sertorio, che qui verrà largamente citato e che userò come riferimento e comparazione. All’approccio delineato da Sertorio, verranno aggiunte le seguenti implementazioni:

  1. utilizzeròla Cosmologia in modo piùmarcato, vale a dire anche come riferimento cronologico, strutturale ed epistemologico per la riorganizzazione della scienza, nella fattispecie con la suddivisione in epoche come proposto, p.e. da Eric Chaisson. Luigi Sertorio, dal canto suo, sottolinea certamente l’importanza della cosmologia per costruire l’ecofisica, ma qui si affermerà esplicitamente la necessità di una vera e propria “coscienza cosmica” come componente culturale necessaria per lo sviluppo della civiltà e come guida per la riorganizzazione della conoscenza scientifica.

  2. affermerò la necessità di rifondare la Termodinamica e questo è un punto originale, credo, in assoluto. Si tratta di una rifondazione soprattutto di tipo storico-epistemologico cioè di raffinamento dei concetti, del linguaggio e delle definizioni, di fronte alle rivoluzioni della scienza moderna, ma anche della corretta interpretazione della Storia stessa della Termodinamica. Intendiamoci, la cara vecchia Termodinamica è sempre in grado di dare del filo da torcere a chiunque34, ma oggi ci troviamo di fronte alla possibilità di trasformarla in qualcosa di veramente innovativo;

  3. valorizzerò in particolare il ruolo dell’Analisi Exergetica così come proposta nella comunità ingegneristica da un lato ed ecologica dall’altro. Sertorio invece considera exergy con un certo distacco;

  4. sosterrò l’importanza di una nuova Didattica della Scienza in maniera esplicita e motivata. Sertorio non ritiene che il problema della didattica meriti un trattamento particolare e pensa che per la sua risoluzione basti la buona volontà degli insegnanti.

Ho condotto, per vari anni, a una paziente e continua analisi della produzione scientifica a tutto campo, con riferimento ai fondamenti ed alla didattica della scienza e al tema della crisi ecologica. Si tratta ovviamente di un lavoro mastodontico che, se portato avanti individualmente, può essere solo esplorativo e panoramico.

L’originalitàdi questo approccio però sta proprio nel fatto di aver tentato questa operazione, enormemente dispendiosa in termini di tempo, che può essere condotta solo grazie a una intensa spinta ideologica, ma credo che questo sforzo abbia prodotto almeno il risultato di indicare alcune condizioni necessarie per raggiungere l’obiettivo stabilito, qui ne indico due:

a. la rifondazione espistemologica della Termodinamica (TD). Il problema nasce dal fatto che si osserva che, da un lato, la TD è enormemente attiva, proprio perché di essa non si può fare a meno, ma, dall’altro, il suo status epistemologico e didattico è semplicemente disastroso, pertanto la ComunitàScientifica dovrebbe riconoscere l’importanza di affrontare ufficialmente la questione che peraltro èda sempre oggetto di interesse diffuso, ma di tipo volontaristico, discontinuo e scarsamente interagente all’interno della ComunitàScientifica stessa. b. la ricostruzione integrata della scienza e della didattica su basi cosmologico - evolutive, stabilendo pragmaticamente le priorità da seguire, come già detto seguendo la freccia temporale dell’evoluzione cosmologica.

In questo modo si sta delineando un progetto didattico di autoistruzione che potrebbe/dovrebbe avere nelle scuole un suo punto di riferimento, coinvogendo sia gli studenti che la società circostante. Comunque da qualche parte è necessario partire e ogni punto di partenza è buono. Intanto deve essere chiaro che la condizione principale per il raggiungimento di una società sostenibile è la conoscenza.

Fine prima parte Paolo De Toni

2.117 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page